LA VITA DOPO I 50 ANNI

Girellando su internet mi sono imbattuto in alcuni siti e blog che parlavano della vita dopo i 50 anni. Avendo passato anch’io da pochi anni la soglia dei 50 l’argomento aveva un particolare interesse. Quando ero più giovane vedevo questo traguardo come la soglia di un inarrestabile declino. Sorprendentemente non mi sento poi così decrepito come mi sarei immaginato.  Aspettavo con terrore quella “crisi dell’età di mezzo” di cui avevo letto e studiato sui testi di psicologia, che ancora non si è presentata o, se è arrivata, non ho riconosciuto…
In uno studio pubblicato nella Harvard Business Review (1), il dr. Carlo Strenger, psicologo, filosofo e docente della Tel Aviv University  chiama questo periodo della vita,  di  “transizione”, grazie al fatto che negli ultimi 40 anni  la vita media si è allungata grazie alle ricerche scientifiche, una corretta alimentazione e un corretto  stile di vita, dopo i 50, la consapevolezza e la realizzazione del sé sono possibilità concrete. Le ricerche sulla meditazione hanno ribaltato la credenza che in età matura le funzionalità cerebrali cominciano a deteriorarsi, per  questi motivi il dott. Strenger ritiene che con un atteggiamento positivo quelli dopo i 50 potrebbero essere “i migliori anni della nostra vita”.
Consideriamo che il  meglio deve ancora arrivare e che i migliori anni sono quelli che abbiamo davanti. Siamo in una fase di maggior consapevolezza rispetto al passato: abbiamo più possibilità di potere realizzare i nostri programmi ed i nostri sogni.
Abbiamo potenziato tutte le nostre abilità e possiamo essere  all’apice della realizzazione del sé. Possiamo diventare quello che avremmo sempre voluto essere.
La consapevolezza delle nostre abilità e dei nostri mezzi ci fa affrontare gli ostacoli  e le difficoltà più serenamente. I cambiamenti sono spunto per l’evoluzione a qualsiasi età: anche buttarsi in una nuova sfida professionale avrà ottime possibilità di successo perché le scelte saranno mature, basate su conoscenze ed esperienze di molti anni e non frutto dell’incoscienza giovanile.
Si apprezza la compagnia: da adulti ci si circonda di persone che si conoscono bene e delle quali si ha stima, per cui il loro supporto è sempre più sincero e utile di quello dei “compagni di avventure” dei più giovani. 
E voi coetanei 50enni cosa ne pensate? Vi sentite in fase “declinante” o ancora pieni di entusiasmo per realizzare nuovi, o vecchi, progetti?
(1) The Existential Necessity of Midlife Change. by Carlo Strenger, Arie Ruttenberg Source: Harvard Business Review

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